venerdì 22 gennaio 2010

Frida, 2002, Julie Taymor


Ogni volta che vado a mangiare da Mamacita (celebre ristorante messicano di Via Prè), rimango sempre affascinata dalle fotografie dei dipinti di Frida Kahlo. Avevo già visto questo film quando era uscito, ero rimasta davvero colpita dalla vita privata così piena di sofferenze della pittrice. Ieri l'ho rivisto a casa di mia cugina.
Conoscevo sommariamente i suoi quadri, così crudi e schietti, il suo volto raffigurato in molti autoritratti, con le sopracciglia unite che tanto la contraddistinguevano, ma rivedere il film mi ha fatto ricordare che Frida non era solo la più famosa pittrice messicana, ma anche una combattente, militante politica, una pioniera del femminismo.
Il film ripercorre la vita della pittrice (interpretata da Salma Hayek, anche produttrice della pellicola) dall'incidente sull'autobus, a 18 anni: da quel momento, infatti, Frida inizierà ad amare la pittura, dipingendo continuamente, costretta a letto per mesi a causa delle dolorosissime e infinite operazioni, che la distrussero più dell'incidente in se. Parallelamente, la conoscenza e poi l'amore per Diego Rivera (Alfred Molina), uno dei pittori più affermati e ammirati di quel periodo, un omone di 150 chili, pluridivorziato, donnaiolo e di quasi vent'anni più grande di lei. Un'unione difficile, per via dei continui tradimenti di lui, che Frida sopporta a malincuore, finchè non scopre la relazione tra Diego e sua sorella Christina (Mia Maestro), e decide di chiedere il divorzio, per tornare da lui un anno più tardi, consapevole del legame troppo forte che li unisce. Anche lei comunque, forse per pareggiare i conti con Diego, si fece una sfliza di amanti, uomini e donne (per lo più amanti anche di suo marito). Non mi ricordavo che fosse stata anche l'amante di Trotsky, benchè anni più tardi venisse sospettata dell'omicidio insieme al marito Diego. Una vita costellata di incontri eccezionali, Picasso, Nelson Rockefeller, Breton, Eisentstein, ma segnata dalla profonda sofferenza che l'ha accompagnata fino alla sua morte, a 47 anni. Una sofferenza che si riscontra nella sua produzione: il rapporto ossessivo col suo corpo martoriato, le pene e le delusioni per Diego, il desiderio, mai realizzato, di avere un bambino dall'uomo che ama.
Bravissima Salma Hayek, tanto che la nipote della Kahlo le donò una collana appartenuta alla pittrice, fantastici i gli abiti e le pettinature di Frida, riprese dalla cultura popolare messicana, ampi e lunghi gonnelloni e capelli intrecciati con nastri colorati. Oscar e Bafta per i migliori costumi.

1 commento:

  1. bello bello bello.... forse solo xche adoro Frida! mi ricordo quando l'ho vista in mostra a Londra al MOMA e grazie ad una ragazzetta russa di 16anni che sapeva perfino quanti peli aveva sul sopracciglio ho scoperto un'artista che mi ha coinvolto emotivamente talmente tanto che ho imparato a conoscerla e ad amarla..... Questo film mette in risalto la caratteristica di Frida quella di portare vita in qualsiasi posto lei sia!!

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