domenica 7 marzo 2010

Pi Greco-Il teorema del delirio, 1998, Darren Aronovsky

"9:22. Nota personale: quando ero piccolo mia madre mi diceva di non guardare fisso il sole, ma una volta, a sei anni, lo feci. Da principio quella luce accecante era insopportabile, ma io non distolsi gli occhi neanche per un momento. A poco a poco la luce iniziò a dissolversi, le mie pupille si ridussero a capocchie di spillo, e riuscì a mettere tutto a fuoco. Per un momento vidi e capii."


Cari amici e lettori del mio blog, perdonate il periodo di assenza, ma ogni tanto anche la Bibi ha cose importanti da fare come ad esempio preparare l'esamone di Storia del Giornalismo (e prendere 30...sciocchezzuole).
Così,dopo una settimana e più senza film, stasera io e Marci ne abbiamo visto uno che definirei, per così dire, leggerino (è ironico, ovviamente, visto che sto male ancora adesso).
Il film in questione si chiama Pi Greco-Il teorema del delirio ed è di Darren Aronovsky, regista che tutti voi conoscerete per il celeberrimo Requiem for a dream (uno di quei film che non riguarderò mai e poi mai più, solo a pensarci mi vengono i brividi) e per The Wrestler (film che ha allontanato definitivamente Mickey Rourke dai miei sogni alla 9 settimane e 1/2).
Ecco, Pi Greco è ansia e follia pura, alimentata dalle inquadrature veloci, scattanti della camera a spalla, dal montaggio rapido e vorticoso che tutti ci ricordiamo anche in Requiem, accompagnato da una colonna sonora che oserei definire quasi ambient-techno (Aphex Twin e i Massive Attack, per citare solo i più conosciuti, ma anche Clint Mansell, che due anni dopo comporrà Lux Aeterna, quella famigerata na na na na na na na na che tutti noi ci divertiamo a canticchiare in momenti di ansia).
Per non parlare della scelta difficile ma non troppo azzardata del bianco e nero, che sottolinea l'alienazione del protagonista, un matematico troppo fragile psichicamente per poter pensare di comprendere il disegno supremo della matematica, il suo avvicinamento e simbiosi con dio e il vortice come risposta di tutto, la spirale universale.
Sono rimasta molto, davvero molto male cinque minuti prima della fine del film, non vorrei che si fosse trattato proprio di una lobotomia domestica. Credo che me lo sognerò stanotte.

Nessun commento:

Posta un commento