martedì 5 gennaio 2010

Non bussare alla mia porta, 2005, Wim Wenders


Quinto film, ho scelto Wenders per questa sera. Ho iniziato a scaricarmi tutti i suoi film perché da marzo inizierò il corso di Storia e Critica del cinema della specialistica e sarà dedicato a lui. Ho già visto
Buena Vista Social Club e Il Cielo sopra Berlino, gli altri me li terrò per più avanti, ma questo stasera mi andava. Ed è stata un'ottima scelta. Il tema del viaggio come ricerca di se stessi, delle proprie radici e di quello che ci si è lasciati alle spalle...ero malinconica stasera.
Mi è piaciuto moltissimo, forse merito della fotografia particolarmente curata, come in tutti i film di Wenders (girato in Super 35mm, Wenders e Franz Lustig si sono ispirati ai dipinti di Edward Hopper e si è aggiudicato il premio per la miglior fotografia agli European Film Awards del 2005), molto più che per la trama.
Howard Spence (Sam Shepard, che c'era anche in Brothers l'altroieri) è un famoso e anzianotto attore di film western. Ma la sua vita e il suo lavoro lo stanno angosciando, scappa dal set del suo ennesimo polpettone western e fugge a cavallo e ancora in abiti da scena. Da qui inizia il suo percorso a ritroso nel passato: fa visita alla madre in Nevada, dopo aver passato molti anni senza farsi ne vedere ne sentire, e poi in Montana, dove trent'anni prima aveva girato il suo film di maggior successo e dove si era innamorato di una donna (Jessica Lange, io la trovo ancora splendida come in quel film bellissimo di Bob Rafaelson, Il postino suona sempre due volte). Scoprirà che c'è molto più di un cuore spezzato in quel paesino del Montana.
Mi piace Wenders, mi piace tantissimo.


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